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Ἱερώτατε Μητροπολῖτα Ἰταλίας κ. Πολύκαρπε, Ποιμενάρχα τῆς Θεοσώστου ταύτης Ἐπαρχίας,
Eminenze, Eccellenze, Reverendissimi Padri,
Illustri Autorità,
Amati Fratelli e Sorelle nel Signore,
Ancora una volta siamo giunti nella Città Eterna e oggi abbiamo colto questa occasione per innalzare la nostra comune preghiera al Signore, durante questa Divina Liturgia nella storica Chiesa di San Teodoro, e per incontrare tutti voi, per portarVi l’amore, la vicinanza e la sollecitudine della Santa e Grande Chiesa di Cristo, il nostro Patriarcato Ecumenico, viaggiando dalle Rive del Bosforo alle Rive del Tevere.
L’occasione ci è stata data dall’invito rivolto dal nostro Fratello Papa Francesco per un momento di preghiera, all’apertura del Sinodo dei Vescovi Romano Cattolici, in un momento in cui la nostra Sorella Chiesa Cattolica, guardando anche all’esperienza bi-millenaria della Chiesa in Oriente, apre ad una maggiore comprensione della sinodalità nella propria ecclesiologia. È pertanto opportuno e incoraggiante che le nostre Chiese possano fare esperienza le une delle altre, sostenendosi reciprocamente sia nei momenti di gioia, di festa, di crescita, di studio, di preghiera, come anche nei momenti tristi, le cui nuvole alle volte oscurano il messaggio salvifico di Cristo.
Ai lavori del Sinodo della Chiesa di Roma, a cui partecipano vescovi cattolici da tutto il mondo, ma anche religiosi e laici, sono stati chiamati come “delegati fraterni”, anche rappresentanti di altre Chiese e Confessioni Cristiani e il nostro Patriarcato Ecumenico sarà rappresentato dal l’Eminentissimo Metropolita di Pisidia Job.
Nello spirito che caratterizza la missione nel mondo della Chiesa Ortodossa ed in particolare del nostro Patriarcato Ecumenico, ci rallegra e ci da motivo di grande speranza l’impegno di Papa Francesco e di questo Sinodo per una ulteriore spinta per la salvaguardia del creato, con la promulgazione di un nuovo documento da parte del Papa. Il Patriarcato Ecumenico ha aperto per primo, alla fine degli anni Ottanta, la via per una comprensione ascetica e spirituale dell’attuale problema ambientale, organizzando e partecipando a molti convegni, congressi ed incontri su questo problema, al fine di sensibilizzare i cristiani e tutta la famiglia umana del pericolo che incombe sull’umanità. Purtroppo, ancora oggi speculazioni economiche, guerre, crisi energetiche vorrebbero porre in secondo piano la protezione dell’ambiente naturale, creato da Dio, davanti al quale siamo stati posti come buoni economi e non come liberi sfruttatori.
Di questi temi ci siamo fatti promotori anche durante i recenti viaggi che ci hanno portato in Finlandia, in Estonia ed in Ungheria.
In Finlandia ed Estonia siamo stati infatti invitati dalle locali Chiese Autonome e dalle Autorità dei due Paesi, per festeggiare, come conviene, i cento anni della autonomia delle Chiese di Finlandia e di Estonia, assicurate dal nostro Patriarcato Ecumenico nell’anno 1923. La cura pastorale bimillenaria della Chiesa di Costantinopoli per tutti i popoli che ad essa fanno riferimento, secondo i canoni e la tradizione della Chiesa, sono stati garantiti anche a queste due Chiese locali, allorché le Autorità Religiose e Politiche del tempo chiesero l’intervento del Sacro Centro dell’Ortodossia per porre ordine alle questioni ecclesiastiche di quei Paesi, seguite agli sconvolgimenti della Prima Guerra Mondiale. E nonostante i grandi problemi che attanagliavano negli anni Ventidue-Ventitre del secolo scorso il Patriarcato Ecumenico, minacciando perfino la sua permanenza nella città di Costantinopoli, la Santa e Grande Chiesa non ha mai rinunciato ai propri doveri di Centro dell’Ortodossia, di ascolto, di analisi e soluzione dei problemi di valenza pan-ortodossa. Così ha fatto anche di recente con l’Ucraina ed il riconoscimento della autocefalia per quel grande paese. E oggi, come allora la Sorella Chiesa Russa ha tentato in ogni modo di derubricare i doveri ed i diritti del Primo Trono, a semplici atti di onore. La nostra Chiesa, oggi, come allora e sempre, non risponde a logiche di poteri umani, all’etnofiletismo o al nazionalismo, ma risponde solamente ai Santi Canoni dei Concili Ecumenici e alla ininterrotta Tradizione della Chiesa, attendendo con pazienza che ogni problema trovi la sua giusta soluzione, confidando solo nell’aiuto di Dio.
Con questo spirito di servizio abbiamo così visitato la Chiesa di Finlandia, per celebrare il Tomos del 1923 che ha sancito la definitiva separazione di quella Chiesa dalla Chiesa Russa, riconoscendo la sua autonomia nell’ambito del nostro Patriarcato Ecumenico. Abbiamo avuto la gioia di visitare questo paese per la quarta volta, ammirandone sempre il progresso spirituale e materiale del suo popolo e la sua cura per l’ambiente. Per la occasione, abbiamo anche incontrato, gli altri Leader religiosi del paese, vedendo con gioia la collaborazione per il bene comune, e informandoli delle iniziative che promuove la Grande Chiesa a favore del dialogo inter-cristiano e interreligioso, e soprattutto delle iniziative che ci uniscono per la cura dell’ambiente. A tal proposito abbiamo partecipato al Seminario ecologico sul tema “Pianeta e Gioventù” nel Centro Finlandese per la Natura Haltia, spiegando le motivazioni per cui la Chiesa deve interessarsi della salvaguardia della creazione di Dio. Abbiamo incontrato il Signor Presidente della Repubblica e gli amministratori della cosa pubblica e abbiamo pregato assieme nella Cattedrale di Helsinki. Di seguito abbiamo visitato l’Estonia, la cui Chiesa, a sua volta, aveva ottenuto la autonomia nello stesso 1923, ma la situazione politica dopo la Seconda guerra mondiale aveva portato quel paese nell’orbita della allora Unione Sovietica, sottomettendo di fatto la Chiesa al Patriarcato di Mosca. Con la ritrovata libertà, le Autorità del Paese hanno chiesto il ripristino della Autonomia per la Chiesa Estone.
Anche in Estonia abbiamo potuto constatare i progressi della vita spirituale e materiale di quel popolo e l’opera della Chiesa locale per la coesione sociale e la salvaguardia dell’ambiente, tema caro anche alle Autorità Estoni, in primis al Presidente della Repubblica. Qui abbiamo potuto ammirare diversi centri della Chiesa locale, pregare e partecipare alla riapertura di due Chiese, incontrare le altre Chiese Cristiane del paese, e parlando di educazione ambientale alla Università di Tartu, dove abbiamo sottolineato che “I giovani e le giovani devono comprendere che testimonianza ambientale non è solo una dimensione esterna e aggiuntiva della vita ecclesiale, ma appartiene al suo nucleo ed è un’espressione vitale dell’identità dei fedeli”.
Dopo queste due importanti visite ci siamo recati in Ungheria su invito della Grande Abbazia cattolica di Pannonhalma, dove oltre alle autorità del Paese abbiamo incontrato il clero della nostra Metropoli di Austria e Ungheria, ai quali abbiamo sottolineato la importanza di essere fedeli alla Grande Chiesa nel duplice senso di a) fedeltà incrollabile alla tradizione della Chiesa e b) di essere al servizio degli esseri umani, alla loro vita sulla Terra e al loro destino eterno. Abbiamo gioito dell’incontro con i monaci della Abbazia, nella quale abbiamo anche celebrato la Divina Liturgia; abbiamo partecipato all’ importantissimo Convegno Ecumenico Internazionale “Cerca la pace e seguila”, dove abbiamo sottolineato che “le religioni contengono un notevole potenziale di pacificazione e possono contribuire in modo decisivo alla causa della pace. Ci sono motivazioni e spinte non solo per la pace interiore, ma anche per la trascendenza della violenza nella società, per la lotta per stabilire la pace e la giustizia sociale, per il rispetto della dignità umana e per la protezione del creato”. Ma in Ungheria abbiamo anche avuto la possibilità di partecipare alla benedizione della cappella nel Centro dell’Esarcato del Patriarcato Ecumenico a Budapest, che rappresenta ed esprime lo spirito del Fanar nel dialogo, nella cultura e nella spiritualità, il quale centro nostro, grazie al Governo Ungherese, si trova in un complesso nel centro della capitale.
E oggi, concludendo questo lungo excursus, ci troviamo a Roma, in questa splendida e antica Chiesa di San Teodoro, per ringraziare Dio di sostenere il nostro Patriarcato Ecumenico nel suo peregrinare attraverso il mondo, annunciando il Suo messaggio salvifico, nel dialogo, nel rispetto, nella giustizia e nella pace, unitamente ad ogni persona di buona volontà.
Il Dio che è Amore sia sempre con tutti voi, in questa Parrocchia, in questa Arcidiocesi in questo paese ed in tutto il suo mondo.
Your Excellencies,
Distinguished guests,
Before we conclude our address we would like to extend a warm welcome to all of you and to wholeheartedly thank you for honoring us with your presence. We would also be remiss if we failed to express our gratitude to Her Excellency the Ambassador of the Hellenic Republic to the Vatican Mrs. Georgiou for inviting her colleagues from the diplomatic corps, all of you, to the Divine Liturgy this morning. Thanks to Mrs. Georgiou you had the unique opportunity to get a glimpse of the beauty and the majestic simplicity of the Eastern Orthodox life of worship, which reflects the liturgical tradition of the Byzantine period not only in the rubrics and the prayers that were read, but also in the psalmody that was melodically chanted in this wonderful church, given to us as an expression of the loving care of the Roman-Catholic Church and especially of His Holiness the Pope. These sentiments were shown once again very recently, when our beloved brother Francis responded positively, without any hesitation, to our similar request for a church temple in Izmir, Asia Minor, in order to accommodate the pastoral needs of the growing flock of our diocese there.
It is with the same spirit of brotherly love that we always visit Rome and the Vatican, accepting every time with joy the kind invitation of His Holiness and particularly enjoying our private meetings with Him, as it happened yesterday. This time we arrived in Rome, as you may have heard in the part of our speech in Italian, after one-month of traveling first to Greece; then to Finland and Estonia, upon kind invitations by their governments and the local Orthodox Churches there, in order to participate in the celebrations for the centennial anniversary since the granting of the status of internal ecclesiastical independence (autonomy) to them by the Ecumenical Patriarchate; and more recently to Hungary and the historic Roman-Catholic Archabbey of Pannonhalma, in order to deliver the Keynote Address at an International Ecumenical Conference for peace, which was organized there. Similarly inter-Christian is the tone of our visit here, as we came in order not only to attend the Consistorium for the creation of 21 new Cardinals yesterday morning, but also, and even more so, in order to participate in the Ecumenical Prayer Vigil organized in St. Peter’s Square in spiritual preparation of the first session of the XVI Ordinary General Assembly of the Synod of Bishops, which will take place in the Vatican between October 4th-29th, under the theme of “synodality.”
This notion of conciliarity, very dear to the Eastern Orthodox Church, which is known as the synodal Church per se, has also been the focus, especially in its relationship with the concept of primacy, of the official bilateral theological dialogue between the Roman Catholic Church and the Eastern Orthodox Church. Fruit of this dialogue has precisely been the more intense engaging of our sister Church of Rome with the quest of her own synodal journey. Within the Eastern Orthodox Church, the Ecumenical Patriarchate, not only takes pride in the fact that all of the first seven Ecumenical Councils – a precious legacy of Christianity – were held either in Istanbul, then Constantinople, or in the broader region around it, but also has the right and responsibility, sanctified through the centuries-old ecclesiastical tradition and practice, to convene and preside today over similar pan-Orthodox Councils. In June 2016, we held one such Council on the island of Crete (Greece), the Holy and Great Council of the Orthodox Church, which renewed the Orthodox Christian witness and defended the significance of Christian values as an effective tool to address the current global challenges.
This is an essential part of our own ministry and mission in the contemporary world, where we promote inter-Christian and interreligious dialogue, religious tolerance, religious freedom and the culture of solidarity at a time of turmoil, division and war. In this spirit, we encourage and chair dialogues with all Christian confessions, but also between Christians and the other two monotheistic religions, Judaism and Islam. Moreover, for over thirty years, we have raised global awareness on environmental pollution and climate change, preaching about the importance of protecting the planet as our common home and as the unique gift of God the Creator to everyone, especially since the ecological crisis affects primarily the world’s poorest and most vulnerable people.
As we have repeatedly emphasized, the Church has an essential role in ameliorating these heart-breaking situations, collaborating with the faithful, local governments and leaders, and all people of goodwill. The Ecumenical Patriarchate is committed to working for the promotion of these principles. As you can see, the Church of Constantinople is not a museum piece, a remnant of the past, but a beating heart, a beacon of hope that continues to strive to provide spiritual guidance and support to those in need, constantly calling for peace, justice, and love in the world.
Grateful for your prayerful presence this morning, we also call upon you, as representatives of your respected countries, to join these efforts. Let us all together be the light in the darkness and the hope in the face of despair! May God bless each and every one of you and your families and strengthen you in your admirable service!