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Eccellentissimo Arcivescovo di Milano, Mons. Mario Delpini, diletto Fratello in Cristo,
Vostra Eccellenza Mons. Massimiliano Palinuro, Vicario Apostolico di Istanbul,
Eccellenze Reverendissime,
Reverendi Padri,
Fratelli e Sorelle in Cristo,
Ἓνεκα τῶν ἀδελφῶν μου καὶ τῶν πλησίον μου, ἐλάλουν δὴ εἰρήνην περὶ σοῦ· ἕνεκα τοῦ οἴκου Κυρίου τοῦ Θεοῦ ἡμῶν, ἐξεζήτησα ἀγαθά σοι”. (Ψαλμός 121)
“Per amore dei miei fratelli e dei miei vicini, ti auguravo davvero pace; per amore della casa del Signore nostro Dio, ho cercato per te il bene”. (Salmo 121-[122])
Con queste parole del Salmo accogliamo oggi con gioia Voi, amato fratello, Monsignor Mario Delpini, Arcivescovo Metropolita di Milano, unitamente ai Vostri Vescovi e ai Presbiteri dell’Istituto Sacerdotale ISMI per la formazione permanente del Clero, accompagnati in questo nostro incontro da un fratello ed un amico della nostra Modestia e della nostra Santa e Grande Chiesa di Cristo, il Patriarcato Ecumenico, Mons. Massimiliano Palinuro, al quale ci lega, oltre alla fraterna amicizia, anche la comune collaborazione e testimonianza per il Signore nostro Gesù Cristo.
Guardando alla storia delle nostre Chiese, possiamo parafrasare che oggi il successore di San Giovanni Crisostomo a Costantinopoli accoglie il successore di San Ambrogio di Milano, in quella memoria comune che vedono, nel lontano anno 404, il grande Padre della Chiesa in Oriente, ancora una volta condannato all’esilio, a rivolgere il proprio appello ai grandi Padri della Chiesa in Occidente, Ambrogio di Milano, Innocenzo di Roma e Cromazio di Aquileia. Testimonianza di una appartenenza concreta alla unica ed indivisa Chiesa di Cristo, dimostrazione dei legami profondi tra Oriente e Occidente, profezia per la concordia degli uomini tra loro e con Dio, grazie al cammino di riconciliazione tra le nostre Chiese, dono dello Spirito Santo.
Così, con il Salmista, per amore verso di voi, fratelli a noi vicini, vi auguriamo Pace e vi accogliamo nella Pace che viene dall’alto in questa nostra Chiesa Cattedrale, dedicata a San Giorgio Megalomartire, il cuore pulsante del nostro Grande Monastero, il Fanar, il Patriarcato Ecumenico, che da duemila anni irradia la Luce di Cristo nei quattro angoli del mondo. Vessàti dalle circostanze storiche, piegati da tante tribolazioni, pochi nel numero, tuttavia saldi nella fede in Cristo, quella fede che non delude, custodi della tradizione ecclesiologica bi-millenaria, che affida al nostro Primo Trono tra le Chiese Ortodosse, qualità e responsabilità uniche e particolari.
Questo Santo Tempio, in cui oggi accogliamo il Vostro grande seguito, raccoglie in esso molte testimonianze della fede vissuta e ancora presente in questa storica Città di Costantino, dedicata alla Madre di Dio, la Theotokos, di cui conserviamo, oltre alle splendide Icone dell’Iconostasi, la taumaturgica Icona in mosaico delle Vergine Pammakaristos, proveniente dall’omonima Chiesa, unitamente alla Icona di San Giovanni Battista, la colonna della flagellazione di Cristo e quella di San Andrea, che è anche il fondatore e il patrono della Chiesa Costantinopolitana. Tra le Sante Reliquie, la Chiesa contiene i corpi della Santa Megalomartire Eufemia di Calcedonia, di Santa Salomé, madre dei Sette fratelli Maccabei e di Santa Teofanò, moglie dell’Imperatore Leone Sesto, il Saggio. Ma di particolare importanza e testimonianza, sono le urne contenenti le spoglie dei Santi Patriarchi di Costantinopoli, Giovanni Crisostomo e Gregorio il Teologo, portate a Roma, del primo, durante la Quarta Crociata e del secondo, durante il periodo iconoclasta, e che nel 2004 sono state restituite da Papa Giovanni Paolo II.
Richiamandoci ancora al Salmo, veramente la riconciliazione tra le nostre Chiese è esempio dell’amore per la casa del Signore nostro Dio, in cui solo il bene può regnare sovrano.
Questa nostra Chiesa e questa città e questa terra che vi accoglie, è stata resa degna dalla benevolenza di Dio di ospitare nei primi secoli i Grandi Concili e Sinodi della Cristianità, così come la grande Chiesa e città di Milano, che abbiamo avuto la gioia e l’onore di visitare ufficialmente due volte, nel 1998 e nel 2013, in occasione delle celebrazioni per i 1700 anni dall’Editto di Milano, “tappa storica e punto di riferimento nel cammino dell’umanità e della vita della Chiesa”, è stata benedetta da grandi figure di Santi della Chiesa Universale.
Nell’anno 313 con l’Editto di Milano, come avevamo sottolineato allora “si sono realizzate per l’Europa delle conquiste determinanti nel progresso spirituale dell’umanità. Sono state poste le basi per il riconoscimento dei fondamenti dei diritti umani; ed è stata stabilita per la prima volta sotto forma di legge, come principio, la libertà religiosa. La libertà per ognuno di credere in Dio o di rifiutarlo non è semplicemente un diritto umano, ma prima di tutto una smisurata condiscendenza di Dio, il Quale per amore indescrivibile rispetta così tanto la libertà dell’uomo fino a tollerarne perfino il rifiuto arrogante di questi», hanno dato la possibilità di convocare il Primo Concilio Ecumenico a Nicea nell’anno 325, di cui quest’anno, l’intera Cristianità festeggia l’anniversario dei 1700 anni dalla sua convocazione.
L’importanza ecumenica di ricordare tutti assieme quel grande momento è cosa ormai ovvia per tutte le Chiese, condividendo tutti la sua importanza e valenza per l’intero Cristianesimo. Tuttavia, crediamo che sia importante riflettere ancora oggi su quella Assìse, in quanto una delle principali cause che ne hanno determinato la convocazione, non si è mai sopìta completamente e oggi ha un nuovo e pericoloso risveglio.
Mentre nella coscienza della Chiesa primitiva si era già formata la dottrina trinitaria – come tre ipostasi distinte e non confuse, Ario (256-336), chierico della Chiesa alessandrina,
iniziò a sviluppare la sua dottrina trinitaria, poi chiamata arianesimo, che metteva in discussione il preesistente insegnamento trinitario della Chiesa. Il problema che affliggeva il pensiero teologico di Ario era la pre-eterna nascita del Logos di Dio. Egli insegnava, quindi, che il Figlio non è né per natura né per essenza vero Dio. Questo distruggeva la Unicità e la Trinità di Dio. Purtroppo, ancora una volta, nel nostro mondo sempre più secolarizzato, lontano da Dio, anche alcuni cristiani, accettano liberamente l’insegnamento del Logos di Dio, come qualche cosa di importante, socialmente rilevabile, ma asseriscono dei dubbi sulla unicità e divinità del Logos con il Padre e lo Spirito Santo. Se il Cristo non è il Dio fattosi uomo per noi e per la nostra salvezza, significa che la Sua Resurrezione non è reale ma solo apparente e quindi non salvifica. I Padri di Nicea hanno combattuto per questo e nell’esprimere questa verità assoluta hanno anche compreso la importanza della celebrazione della Pasqua in un giorno unico per le Chiese Cristiane.
Questo anno dell’anniversario, non per coincidenza crediamo, ma per un invito che ci giunge dall’alto, l’intero mondo cristiano festeggerà la Resurrezione di Cristo nella stessa domenica. È un forte richiamo a cui le nostre Chiese non possono restare sorde, e per questo lavoriamo con il nostro fratello a Roma, Papa Francesco e con le altre Chiese, per trovare una soluzione a questo quesìto vecchio di 1700 anni.
Eccellentissimo Arcivescovo, Eccellenze, Padri, Fratelli e Sorelle,
il mondo in cui viviamo è scosso nuovamente da guerre, sommosse, ingiustizie, migrazioni, privazione delle libertà fondamentali, abuso dell’ambiente naturale, creazione di un pensiero unico, sfruttamento della scienza a scàpito dell’umanità e in favore di pochi, illecito uso del Nome di Dio. I Cristiani, fedeli all’insegnamento dell’unico Salvatore, non possono cadere in questo tranello, ma devono assieme alzare la propria voce per il rispetto della dignità di ogni essere umano e per tutta la creazione di Dio “assi bella”, come dice la Scrittura.
Solo assieme, testimoni credibili del Vangelo, fermi sulla fede incrollabile della Chiesa, sorretti dalla Speranza che non delude, possiamo essere sale della terra, luogo in cui il rispetto, la pace e la solidarietà saranno la vita del mondo.
Stiamo per entrare nella palestra delle lotte spirituali, il periodo della Grande Quaresima, un periodo di compunzione e di preghiera, non un periodo triste, ma un periodo liturgico particolarmente radioso, così profondo nella sua essenza, per giungere al giorno luminoso della Resurrezione di Cristo.
Ringraziandovi quindi per la vostra visita, Vi auguriamo Buona Quaresima, ogni benedizione alla Chiesa che è in Milano, e a voi Pastori, che siate esempio per il popolo che Dio vi ha affidato, di quella Resurrezione che ci attende ora e nel Regno che verrà.
Benvenuti.