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Vostra Eccellenza Mons. Giuseppe Satriano, Arcivescovo di Bari Bitonto,
Vostra Eccellenza Mons. Maurizio Aloise, Arcivescovo di Rossano e Cariati,
Reverendissimi Padri del Seguito,
Reverendissimo Padre Luca Bianchi, Preside dell’Istituto Francescano di Spiritualità e Responsabile delle relazioni ecumeniche della Pontificia Università “Antonianum” di Roma e carissimi studenti che lo accompagnate,
Χριστός Ἀνέστη – Cristo è Risorto.
In questi giorni carichi della gioia luminosa della Resurrezione di Cristo, accogliamo presso il nostro Patriarcato Ecumenico due importanti delegazioni della Sorella Chiesa Romano Cattolica, provenienti dall’Italia.
Tuttavia, la nostra gioia è oggi una radiosa tristezza, perché l’intera Chiesa di Cristo, ed in modo particolare la Chiesa di Roma vive il ritorno alla casa del Padre del proprio Primo Vescovo, l’amato nostro Fratello, Papa Francesco. Speravamo fino a pochi giorni orsono di poterlo accogliere nel prossimo mese di maggio, per recarci assieme a Nicea di Bitinia e festeggiare l’anniversario dei 1700 (mille settecento) anni dal Primo Concilio Ecumenico. Un desiderio che avevamo proposto a Sua Santità ancora nel 2014, poco dopo la sua intronizzazione e che Egli aveva accolto con grande gioia e con profondo entusiasmo. Un Fratello, al quale ci ha accomunato una profonda amicizia e soprattutto una sintonia di intenti, fin dalla sua ascesa al Trono della Chiesa di Roma. Sono stati tanti i motivi di incontro e collaborazione per rafforzare il cammino delle nostre Chiese verso il calice comune, e per il bene dell’umanità. Ci siamo trovati assieme al Santo Sepolcro per ricordare l’incontro dei nostri beati predecessori il Papa Paolo VI e il Patriarca Athenagoras, eravamo insieme per richiamare l’attenzione del mondo sul problema dei migranti e dei profughi, insieme abbiamo lavorato per la salvaguardia dell’ambiente naturale, datoci da Dio, insieme abbiamo alzato la nostra voce per la pace, soprattutto in questi tempi bui che attraversa l’intera umanità, ma soprattutto è stato per noi un amico fedele ed un compagno nell’annuncio delle meraviglie di Dio.
Il Signore ha disposto diversamente, ma certamente dalla terra dei viventi e dalle dimore dei giusti, dove il Padre lo ha accolto, continuerà a pregare perché noi possiamo continuare a cooperare in tutte quelle azioni così preziose per la umanità e che ci hanno tanto uniti e per l’unità delle Sante Chiese di Dio. La Sua memoria sia eterna.
Come Cristiani, come testimoni della gloriosa Resurrezione di Cristo, continuiamo il nostro cammino e abbracciamo le Vostre amate Eccellenze, e tutti voi che avete intrapreso un pellegrinaggio nella Città di Costantino, e che accogliamo qui al Fanar, al Patriarcato Ecumenico, nella Grande e Santa Chiesa martire di Cristo, nella terra che ha visto tanti Santi e Padri della Chiesa indivisa, la terra dei primi Grandi Concili Ecumenici, di cui – come dicevamo – festeggiamo quest’anno l’anniversario del Primo Concilio Ecumenico di Nicea dell’anno 325.
Non si tratta di commemorare solamente un anniversario, ma di comprendere la portata di quella grande Assìse anche per noi, Cristiani di oggi. La prima forza di quel Concilio si rileva nel passaggio dai sinodi locali ad un Concilio di carattere universale, che ha visto la partecipazione di tutte le Chiese dell’allora mondo Cristiano. E qui sta la differenza. Troviamo per la prima volta la definizione di «Santo e Grande Concilio», che esprime l’autocoscienza dei partecipanti a questi concili di rappresentare nel loro insieme l’unico Corpo di Cristo, presente tra di loro invisibilmente come capo, mentre lo Spirito Santo è la loro unica guida.
Certamente Ario aveva posto un problema essenziale alla comunione delle Chiese nel suo spezzare la unità della Santa Trinità, ma era giunto il tempo per la Chiesa di annunciare con forza la Verità. La verità è indiscutibile per la Chiesa, perché la Verità è Cristo, poiché Cristo stesso si è definito come «via, verità e vita». Quindi la verità della Chiesa si è manifestata già, anzi è continuamente presente, vive e guida i fedeli. Perciò, la Chiesa non discute attorno alla verità ma viene chiamata a rispondere quando essa si altera. Quel Concilio ha manifestato chiaramente la verità attorno alla figura del Redentore del mondo, ma il peccato dell’arianesimo ha continuato nei secoli e purtroppo anche oggi sopravvive in alcune forme che ritroviamo nella facilità con cui molti sono disposti a riconoscere il Cristo storico ed il suo messaggio “nuovo”, ma molti non accolgono il Dio fatto uomo in Cristo, la divino-umanità del Signore e la sua unicità nella Trinità, limitando il Cristianesimo ad una mera filosofia e non comprendendo la Redenzione dell’uomo dal peccato. Per questo lo spirito di Nicea deve nuovamente innescare una linfa salvifica nell’annuncio cristiano.
Allora possiamo cantare così come “L’Angelo esclamava alla piena di grazia: pura Vergine, Salve, e di nuovo dirò: Salve! Il tuo Figlio è risorto al terzo giorno dalla tomba”. (Catavasie del Mattutino di Pasqua).
Questo Concilio ha richiamato le Chiesa di allora come oggi, sulla necessità di festeggiare la Pasqua in un unico giorno per l’intera Cristianità. Crediamo che, non per felice coincidenza, ma per un avvertimento dall’alto, nell’anno in cui ricordiamo il Primo Concilio Ecumenico, l’intero mondo Cristiano abbia festeggiato la Resurrezione di Cristo nello stesso giorno. Con Papa Francesco di beata memoria, avevamo tante volte cercato vie di soluzione per giungere ad una comune data per la Pasqua. Dio voglia che questi sforzi possano continuare.
Eccellenza Reverendissima, Arcivescovo di Bari, la città in cui riposa il Santo forse più amato del Cristianesimo, San Nicola, vescovo di Myra, che fu uno dei più attivi partecipanti al Grande Concilio di Nicea, siamo particolarmente lieti di accogliere Vostra Eccellenza e la Vostra delegazione al Fanar. La nostra Modestia ha avuto la gioia di visitare più volte la città di Bari, e in modo particolare ricordiamo il luglio 2018 con l’incontro di preghiera per la pace in Medioriente. Quanto è necessario rinnovare quel momento e lo spirito di quell’incontro, come segno di speranza in un tempo segnato dalla guerra e da dolorose divisioni, soprattutto in Terra Santa, ma anche in Ucraina e in tante altre parti del mondo. Ricordiamo anche con riconoscenza la nostra visita nel 2016, durante la quale, tra le altre, il Vostro predecessore ha concesso alla nostra Arcidiocesi d’Italia, la Chiesa del Sacro Cuore per le necessità liturgiche della nostra locale Comunità Greco-Ortodossa. Come sottolineammo allora “La Chiesa è infatti il centro della vita parrocchiale, è il luogo in cui si celebra il Santo Mistero della Divina Eucarestia e tutti gli altri Santi Misteri, è il luogo della contemplazione e della preghiera, è il luogo in cui la Liturgia, Ἒργον τοῦ Λαοῦ, diviene Liturgia dopo la Liturgia e forma la Comunità”. Ringraziamo Vostra Eccellenza per avere continuato a concedere quel Santo Tempio.
Siamo onorati anche che tra il seguito vi sia anche l’Arcivescovo di Rossano e Cariati, Mons. Maurizio Aloise, con i suoi collaboratori, che proviene da quella terra benedetta di Calabria dove un tempo il monachesimo bizantino era molto fiorente, un tempo che non vedeva contrapposizione tra le Chiese. Non dimentichiamo la nostra visita alla splendida Rossano, nel settembre 2019, quando siamo stati invitati per l’anniversario dei cento anni dalla istituzione della Eparchia di Lungro. Nella Cattedrale di Maria Santissima Achiropita abbiamo cantato la Paraklisis alla Vergine, con l’allora Arcivescovo, oggi Arcivescovo di Bari Mons. Giuseppe Satriano. Così Bari e Rossano sono unite nel nostro cuore e Vi ringraziamo per la Vostra comune visita. Il Signore conceda alle Vostre Chiese, ai fedeli e a tutte le Vostre Comunità abbondanza di misericordia e copiosi doni celesti nel Cristo Risorto.
Vogliamo ancora salutare il Gruppo che rappresenta la Pontificia Università “Antonianum” di Roma, guidata dal Reverendissimo padre Luca Bianchi, Preside dell’Istituto Francescano di Spiritualità e gran conoscitore dell’Oriente Cristiano. Questo importantissimo luogo di studi filosofici e teologici, ha tra i suoi Istituti anche l’Istituto di Studi Ecumenici “San Bernardino” a Venezia, dove molti giovani ortodossi hanno studiato e anche alcuni nostri professori hanno insegnato. A Dio piacendo, avremo la opportunità di visitare la Pontificia Università “Antonianum” alla fine del prossimo mese di maggio, in occasione dell’ottavo Centenario del Cantico delle Creature di San Francesco di Assisi e del decimo anniversario della “Laudato Si” di Papa Francesco. Sarà un modo per ricordare l’impegno delle nostre Chiese per la salvaguardia dell’ambiente naturale e di tutto ciò che esso contiene, rammentando il valore ascetico della creazione di Dio e la responsabilità dell’uomo di essere economo e non solo fruitore del grande dono di Dio. Ma Ecologia Integrale sottintende in essa anche la giustizia e la economia di comunione, senza le quali ci troveremmo ancora una volta a parlare di ecologia filosofica e non reale. Vi ringraziamo fin d’ora per questa opportunità e vi benediciamo per tutta la vostra opera scientifica, filosofica e teologica.
Fratelli carissimi e amati nel Signore, la nostra Chiesa Cattedrale festeggia domani la memoria del Grande Martire San Giorgio, un santo venerato dalle nostre Chiese e molto rispettato anche dalla tradizione mussulmana. Nel darvi il benvenuto in questa città e nel Patriarcato Ecumenico, saremo onorati di avervi con noi durante la celebrazione della Divina Liturgia, per pregare assieme nella memoria di questo grande Martire.
Siate quindi i benvenuti, perché “Cristo è risorto dai morti, e con la morte ha calpestato la morte, dando la vita ai giacenti nei sepolcri”.